Analisi del Sole 24 ore sulla povertà educativa: Rimini tra le zone del Paese in cui l’incidenza della popolazione con bassa istruzione è inferiore alla media nazionale

La dispersione scolastica si combatte investendo sui primi 6 anni del bambino.

Data di pubblicazione

E’ di oggi l’indagine del Sole 24 ore sulla “povertà educativa” che fornisce una fotografia del livello di istruzione nel Paese. L’analisi – sulla base del censimento Istat 2021 – confronta l’incidenza della popolazione residente oltre i 9 anni con un basso livello di istruzione, cioè con titolo di studio uguale o inferiore alla licenza media: l’elaborazione del quotidiano economico mette in luce il divario tra nord e sud del Paese, con le prime dieci province con più alta incidenza che ricadono nel Mezzogiorno (sud Sardegna, 61,6%). Per trovare la provincia di Rimini bisogna scendere all’84esimo posto, nella fascia quindi dove statisticamente il livello di istruzione è più alto: l’incidenza percentuale di residenti con titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media è pari al 46%, contro una media italiana che del 48%.  

 

“Pur trattandosi di analisi che prendono in considerazione il solo titolo di studio conseguito, quindi al netto degli elementi di contesto fondamentali quali situazioni ambientali, reddituali e di servizi, questo report offre lo spunto per riflettere sulle politiche da perseguire per contrastare la povertà educativa, soprattutto in una fase socio economica complicata come quella in cui siamo immersi e alla luce della sempre maggiore complessità della nostra società – commenta la vicesindaca con delega alle politiche educative Chiara Bellini – Nella nostra città il livello di dispersione scolastica è molto contenuto, ciò non toglie che si tratta di un fenomeno da monitorare, agendo sulla prevenzione. La povertà educativa e la dispersione scolastica infatti non si argina quando già sono esplosi, con tentativi di reinserimento che spesso non restituiscono gli esiti sperati, ma si combatte a monte, investendo sui primi sei anni di vita dei bambini. Ci sono studi neuro scientifici internazionali che mettendo in relazione lo sviluppo del cervello e delle competenze cognitive, dimostrano come offrire ai bambini già dai primi anni di vita stimolo opportunità relazionali diminuisce la probabilità che questi in futuro possano avere difficoltà anche a livello formativo oltre che sociale.  

In concreto: la costruzione di una casa parte dalla posa delle fondamenta, senza le quali niente si regge. Andando ancora più nel concreto: costruire le fondamenta per un’Amministrazione significa quindi investire sugli asili nido e sulle scuole dell’infanzia, lavorando per ampliare l’offerta e le possibilità di accesso. Dall’inizio del mandato abbiamo avviato una sorta di “riforma di sistema” innovativa nella sostanza e nel metodo, con scelte di impatto come l’introduzione della gratuità dei nidi per le famiglie con redditi medio bassi che ha coinvolto oltre 600 famiglie; la realizzazione di tre nuovi poli educativi sul territorio attraverso le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr, per arrivare la soglia europea di copertura richiesta del 33%; l’attenzione nel mantenere un servizio di altissima qualità formativa, anche incentivando esperienze come outdoor education. Scelte che vanno nella direzione di garantire il più possibile eguali opportunità per vivere l’esperienza scolastica, abbattendo i divari sociali. Cerchiamo di mettere a disposizione di ognuno gli attrezzi educativi, formativi, relazionali, per costruire la propria casa”.  

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Ultimo aggiornamento

31/07/2023, 14:04