Dichiarazione di Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative, sul sistema scolastico

Potenziare le nostre competenze e sviluppare nuove politiche educative.

Data di pubblicazione

Quello appena concluso è stato un anno scolastico delicato e importante, il primo dopo l’ondata Covid.  Se si era già assistito negli anni precedenti ad una lenta e progressiva ripresa dei curricola e delle modalità didattiche tradizionali, solo nel corso del 2022/2023 si è concluso il difficile percorso di fuoriuscita dall’emergenza, tornando alle modalità di valutazione pre covid per l’esame di maturità, con le vecchie regole.

Tutto bene? Certo, sarebbe bastato entrare in una qualsiasi delle nostre scuole, come mi è capitato spesso di fare in questi mesi, per percepire un ritrovato entusiasmo e la voglia, sia da parte dei docenti che delle ragazze e dei ragazzi, di tornare a vivere la scuola nella sua pienezza, didattica, sociale e relazionale. Un apparente ritorno alla normalità che nasconde però, dietro al primo impatto, ferite non ancora rimarginate, timori, disagi che sconfinano dallo scolastico allo psicologico, sia nelle nostre alunne e alunni, sia per i docenti. Proprio con diversi di loro mi sono incontrata, sia per motivi professionali (nelle scuole, ma anche negli uffici del Comune, in cui diverse insegnanti mi hanno chiesto un incontro, un confronto) che famigliari (come mamma di una figlia all’ultimo anno di liceo).

Da qui emergono alcune riflessioni, una più di tipo relazionale, una più legata all’organizzazione dei servizi educativi, che mi piacerebbe socializzare, per aprire un confronto nella città.

La prima, su cui sono già intervenuta in passato perché a me particolarmente cara, riguarda la ricerca di una scuola anche come luogo del benessere, dove le ragazze e i ragazzi si sentano ascoltati e parte di una comunità educante, e non solo valutati. Educare e non solo istruire, significa accogliere e rispettare le singolarità di ognuno, valorizzandole. La necessità è quella di tornare all’ascolto, sia delle sofferenze crescenti dei ragazzi, sia delle esperienze, dei punti di vista dei docenti, delle famiglie, di chi ogni giorno vive queste esperienze. In questo, ciò che ritengo possa essere un ingrediente fondamentale, il concetto chiave sul quale insistere, è la ‘relazione’; potenziare la relazione tra docenti e ragazze/i, tra scuola e famiglia, tra scuola e amministrazione, oltre e aldilà di un dato numerico, comunque  necessario.

È proprio dai numeri, dalle valutazioni, parte invece la seconda riflessione. Il dato è di questi giorni, e riguarda il crollo nelle valutazioni dei test invalsi 2023. Numeri che mettono nero su bianco un timore che in diversi, tra insegnanti e docenti, mi avevano già manifestato. Ovviamente si tratta di dati che vanno considerati nella loro complessità, anche territoriale, ma che indicano comunque un trend a cui fare riferimento. Ciò che più mi preme è capire come una amministrazione locale possa intervenire per facilitare il Ministero, le autonomie scolastiche, nella difficile fase di transizione che stiamo vivendo. Trovo sia fondamentale garantire un investimento di lungo corso, come stiamo facendo, per potenziare la frequenza ai nidi, grazie a misure democratiche ed eque di accesso (i nidi gratuiti) e di infrastrutture all’avanguardia (sfruttando i fondi del pnrr). Ovviamente non basta e siamo consapevoli che sia necessario potenziare, a livello nazionale, l’offerta scolastica a livello di personale scolastico, il tempo pieno, le mense, così come le opportunità extrascolastiche, essenziali per la crescita delle adolescenti, bambine e bambine. Un sistema che rimoduli anche le dotazioni nazionali in base alle necessità dei territori, anche alla luce dello sforzo che Rimini sta facendo, per quanto di sua diretta competenza, su nidi e scuole di infanzia.

Per quanto mi riguarda sono maturi i tempi per allargare queste riflessioni con chi tutti i giorni le vive, nelle classi e nelle case, con i docenti, le associazioni, gli educatori e il personale sociale e sanitario, mettendo la scuola al centro, nella sua complessità e diversità, recuperando quel confronto culturale in parte sospeso durante gli anni del covid, ma oggi sempre più necessario, in merito alla missione culturale ed educativa della scuola come luogo di studio e valutazione, certo, ma anche necessariamente di benessere, crescita personale ed inclusione sociale. Per questo stiamo lavorando tanto insieme all’università in una ritrovata relazione per potenziare le nostre competenze e sviluppare nuove politiche educative, ma anche con associazioni di insegnanti e dirigenti del territorio, con i quali ci stiamo organizzando per iniziative che saranno rivolte alle famiglie e alla cittadinanza.

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Ultimo aggiornamento

13/07/2023, 14:01