Investimenti a lungo termine, innovazione educativa e preoccupazioni finanziarie

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Quello appena iniziato sarà un anno che porterà nella scuola riminese l’avvio di progettualità e investimenti (i cantieri pnrr per la realizzazione dei tre nuovi nidi e l’investimento di lungo corso sull’accesso, la gratuità e l’implemento dei posti), la conferma o lo sviluppo di nuove sperimentazioni (Rimini laboratorio Anci per il contrasto all’evasione scolastica, oppure le progettualità post scolastiche o il prolungamento del servizio nel periodo estivo), ma anche  il timore sulle possibili ricadute locali di alcune discutibili scelte del Governo nazionale, a livello sia di politiche educative che di finanza e bilancio.

La consapevolezza è che servano investimenti di lungo termine sulla scuola e il diritto allo studio, risorse per diminuire l’impatto dei costi dei servizi a sostegno delle famiglie per aumentare le dotazioni territoriali a sostegno del tempo pieno e prolungato che, come noto, sono di competenza ministeriale. In assenza di segnali confortanti in questa direzione da parte del Governo, Rimini si è comunque attrezzata, nei limiti permessi ad un Ente locale, per garantire investimenti e strumenti a sostegno dei genitori e delle de degli studenti riminesi.

 

Investimento di lungo corso sui nidi

Il benessere di una società parte dalle sue fondamenta; e lo abbiamo confermato con scelte di bilancio coerenti e coraggiose che hanno messo al centro i servizi al cittadino, con particolare attenzione a quelli dei servizi educativi legati all’infanzia.

Quello che Rimini metterà in campo anche nel 2024 sarà infatti un investimento con una progettualità di lungo corso in grado di potenziare la frequenza ai nidi, grazie a misure democratiche ed eque di accesso (i nidi gratuiti) e di infrastrutture all’avanguardia (sfruttando i fondi del pnrr).

 

Se l’anno appena trascorso è stato quello della progettazione e della consegna degli appalti, quello appena iniziato sarà quello dell’avvio dei cantieri per tre nuovi nidi di infanzia in tre zone strategiche della città – centro, sud, nord - . Un segnale di fiducia nel futuro, laddove a livello nazionale si chiudono o convertono strutture per l’infanzia in case di accoglienza per anziani, Rimini fa il contrario, puntando sui nidi come migliore investimento per le nuove generazioni.

 

Ma le strutture da sole non bastano, servono criteri di accesso equi che ne permettano la frequenza al maggior numero di persone e famiglie possibili, a partire proprio da quelle che, per questioni meramente di possibilità economiche, rischierebbero di rimanere fuori. Per questo la gratuità dei nidi è ampliata e sostenuta anche dall’aumento dei posti nel sistema pubblico e privato (il ritorno di una sezione lattanti, manche circa sessanta posti in più nelle diverse fasce di età), da criteri di accesso più equi (e che sostengano le situazioni più critiche, come ad esempio quelle delle madri in uscita da percorsi di violenza), da sistemi di diritto allo studio (trasporti, mense, sostegno all’acquisto di materiale didattico come i libri e gli ausili didattici).

 

Le sperimentazioni per la qualità educativa e il tempo extra scolastico

 

Uno dei grandi temi che affianca ed integra quello delle infrastrutture scolastiche, è quello di percorsi anche innovativi in grado di sostenere e innalzare ulteriormente la qualità della vita scolastica, del benessere delle ragazze e dei ragazzi, della didattica e della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Sono tanti, ne cito solo alcuni che proprio in quello appena iniziato vedranno un anno strategico.

Il 2024 vedrà Rimini protagonista a livello regionale per l’osservazione e la sperimentazione di strumenti per il contrasto all’evasione scolastica e la promozione del benessere tra gli alunni. Il Garante regionale per l'infanzia ha infatti selezionato 3 comuni capoluogo della Regione Emilia - Romagna (oltre Rimini, unica romagnola, Reggio Emilia  e Modena) per la realizzazione di una ricerca pilota su “povertà educativa e contrasto alla dispersione scolastica”.

 

L’avvio a dicembre di un gruppo educativo post scuola pomeridiano sperimentale nella scuola primaria Lagomaggio. Un tempo pieno creativo – replicabile anche in altre realtà -dove si aggiungono grazie alla collaborazione tra Comune, istituzioni scolastiche e associazioni, contenuti di tipo diverso da quello prettamente scolastico, con un occhio alle capacità trasversali, ai laboratori, in una scuola che vorremmo rimodulare in maniera sempre più inclusiva e partecipativa.

 

Il sostegno ad una rete scolastica riminese attiva che metta la discussione, il confronto, la collaborazione al centro del fare educazione. L’anno scolastico in corso è stato di poco preceduto, ad esempio, dal settembre pedagogico, realizzato inseme al Cidi (e che ci ha permesso di testare l’apertura pomeridiana delle scuole per spazi di incontro tra scuola, famiglia e studenti). Sempre più stretto è il legame con le Università (su tutte il Campus di Rimini di Unibo, ma non solo), basti pensare a titolo di esempio al tema della outdoor education.

 

Altre tematiche sulle quali vorremmo avviare una riflessione sono quelle dell’educazione alla parità di genere, della’ autovalutazione e delle classi senza voto.

 

Tanti progetti ma anche qualche, importante, preoccupazione

Certo, il 2024 è iniziato dando concretezza alle tante idee e progetti condivisi con territorio, istituzioni e famiglie, ma anche con qualche importante preoccupazione all’orizzonte. Come anticipato qualche giorno fa dal mio collega Juri Magrini, è innegabile la preoccupazione per l’impatto dei tagli annunciati da Roma sul  Comuni di Rimini. Basti pensare a temi cruciali come l’inclusione scolastica per studenti con disabilità, che a Rimini significa qualcosa come sei milioni complessivi di investimento, con domande in costante aumento. Come si incroceranno questi bisogni con i tagli previsti dal Governo? Oppure sperimentazioni su cui già si era avviato un percorso, come quelle del prolungamento sperimentale nel mese di luglio dei servizi per l’infanzia. Saranno ancora sostenibili alla luce del nuovo scenario legato  al deficitario trasferimento di risorse ai bilanci locali?

Sono domande che meritano più di una risposta da parte innanzitutto del livello istituzionale nazionale.

 

La speranza, anzi la certezza, ci viene per fortuna da un sistema scolastico che dispone tra personale, insegnati e dirigenti, di innumerevoli energie. La consapevolezza della nostra Amministrazione rimane sempre la stessa, anche nel 2024, ovvero quella del valore strategico della formazione, per la realizzazione personale dei ragazzi, per le loro future prospettive di lavoro, per l’acquisizione di una coscienza civile e democratica, aperta a tutti, senza esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari.

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Ultimo aggiornamento

05/01/2024, 13:59