Una proposta di grande spessore sociale e civile in grado di incidere in maniera virtuosa in ambiti ben più vasti di quello sportivo.
Non a caso proprio lo sport è già, di fatto, uno dei più importanti veicoli di inclusione sociale, rispetto per il prossimo e strumento di integrazione alla socialità. Con questo provvedimento si andrebbe inoltre a valorizzare lo sport come strumento di educazione informale, un terreno di incontro ideale per relazionarsi partendo da regole uguali per tutti. La portata della legge supera dunque i confini sportivi, incidendo in maniera forte sul dibattito culturale, politico e sociale sui diritti/doveri di cittadinanza.
La proposta avanzata da Del Rio potrebbe riguardare, in provincia di Rimini, un bacino potenziale di 7.127 cittadini immigrati compresi tra i 0 e i 17 anni (una parte importante, ben il 19,5%, della popolazione straniera totale residente). In particolare gli stranieri residenti nella provincia di Rimini nati in Italia sono 5.363 (14,7% degli stranieri totali). Un trend in crescita: nel 2013 sono state circa il 18% le nascite a Rimini di bimbi figli di immigrati, rispetto a quelli nati da coppie con cittadinanza italiana, mentre nel 2000 il dato era fermo al 4,2%. Si tratta di quelle "seconde generazioni" di immigrati che, nati in Italia, condividono con i loro coetanei lingua, scuola e un pezzo importante della loro socialità e, dunque, della loro cultura.
Il contenuto della proposta è in linea con quanto l'amministrazione comunale di Rimini sta portando avanti per favorire la piena integrazione dei cittadini stranieri nati in Italia. Su tutti, anche per la sua portata simbolica, ci tengo a sottolineare la concessione a più di 350 bimbi minori nati a Rimini, figli di immigrati stranieri, della cittadinanza onoraria.
Queste diverse azioni sono accomunate dalla consapevolezza che l'integrazione debba essere parte di una cultura moderna, aperta, che non veda il diverso come altro da sé ma come elemento integrante di una cittadinanza più ampia, forte e sicura.