Chi ha paura della paura?: 3 incontri di cinema e psicoanalisi
Dettagli
30 Ottobre 2015
2 minuti

Descrizione
Dal 3 novembre, alla Cineteca Comunale di Rimini, tornano, per 3 martedì consecutivi (ore 21, ingresso 5 euro) e sempre in collaborazione con la Società Psicoanalitica Italiana, gli incontri di cinema e psicoanalisi: 3 film scelti e commentati da una coppia, sempre diversa, di psicoanalisti della SPI in colloquio tra loro e con il pubblico. L'edizione di quest'anno, che porta il titolo di Chi ha paura della paura?, s'inserisce nel ricco programma di “Biblioterapia”, il ciclo di conversazioni e letture ad alta voce organizzato dalla Biblioteca Gambalunga.
Timore, angoscia, spavento, terrore sono solo alcuni dei modi in cui si declina il comune sentimento della paura, un sentimento universale che può presentare aspetti sia normali che patologici. A un estremo c’è il timore che aiuta la persona a preservarsi dai pericoli e a lottare per la sopravvivenza, all’altro lo stato di allarme angoscioso, indifferenziato che imprigiona in una condizione patologica. La psicoanalisi differenzia paura ed angoscia. Mentre la prima insorge di fronte a un pericolo reale, concreto, l’angoscia indica una situazione di attesa di un pericolo che non è presente, è indefinito, e segnala uno stato di sofferenza psichica. I film presentati nella rassegna intendono rappresentare diverse declinazioni della paura e la loro incidenza nelle relazioni umane.
Si comincia, martedì 3 novembre, con Annunzio Talacchi e Paola Masoni che si misureranno con Babadook della giovane regista australiana Jennifer Kent: una rivisitazione inquietante e raffinata del mito dell'Uomo nero; martedì 10 novembre, toccherà a Cinzia Carnevali e Gabriella Vandi affrontare la paura della paure, quella della malattia e della morte, commentando Colpa della stelle il melò di Josh Boone tratto dall'omonimo best seller di John Green. Infine, martedì 17 novembre, Angelo Battistini e Simona Lucantoni chiuderanno il ciclo interrogandosi sull'istinto di sopravvivenza a partire dalla visione di Forza maggiore dello svedese Ruben Östlund.