
Descrizione
In riferimento alle notizie apparse quest'oggi sugli organi d'informazione locali, relative alla posizione di Assindustria Rimini sulle aliquote Ici, l'Amministrazione Comunale precisa:
'L'analisi di Assindustria circa il presunto, eccessivo livello dell'aliquota ordinaria dell'Ici a Rimini non tiene conto di un aspetto decisivo nel determinare con esattezza l'imposta: l'Ici si calcola sulle rendite catastali che a Rimini sono tra le più basse dell'Emilia Romagna. A semplice titolo esemplificativo la rendita catastale di un immobile categoria A3 e vani 4.5, a Bologna è di 697, a Ferrara di 407, a Forlì-Cesena di 453, a Ravenna di 535, a Reggio Emilia di 348 e a Rimini e Parma di 418. Ne consegue un importo medio di Ici annua che non vede certamente al primo posto, tra i comuni capoluogo più 'cari, Rimini che anzi ha un dato nella media regionale. Non solo: considerando la componente di immobili di proprietà dei non residenti- aspetto non secondario legato alla particolarità turistica della nostra realtà, peraltro ormai riconosciuta da qualsivoglia strumento d'indagine -, Rimini si colloca al di sotto della media regionale dei capoluoghi per quanto riguarda l'Ici pro capite (274 euro contro 276).
Non basta: Assindustria omette di dire come proprio l'imposta sugli immobili sia la stessa dal 2002, non venendo ritoccata neanche per l'anno prossimo. Anche qui un piccolo esempio: l'imposta media per un capannone di 500 metri quadrati con un valore catastale di 250 mila euro è la medesima dal 2002 e confermata nel 2004, vale a dire 1750 euro all'anno.
Rimini è tra i pochi comuni a non avere mai applicato l'addizionale Irpef, scelta da rimarcare allorché si ha la volontà di calcolare i costi gravanti sulle imprese e sulle persone.
Stupisce in definitiva come, nell'analisi di Assindustria, siano del tutto assenti tali elementi, fondamentali e necessari per stabilire una corretta relazione tra i valori di realtà territoriali diverse. A meno che per l'associazione non conti più l'aliquota del gettito effettivo, cioè il quantum reale versato dai cittadini e dalle imprese.'