Dichiarazione del Sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli
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21 Maggio 2008
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Descrizione
Al di là di ogni considerazione, non ritengo obiettivo il giudizio di 'passatismo' e 'conservatorismo' verso la linea di dialogo nei confronti delle forze politiche che ancora in molti Comuni sostengono l'Unione. E non si tratta di un mero calcolo elettorale, dei famosi '100 comuni' ai quali accenna Sergio.
C'è innanzitutto una questione di rapporti, di relazioni, di storia che non può interrompersi per decisione improvvisa e unilaterale. All'interno del Partito Democratico sussiste un forte e giusto dibattito su questo argomento, così come sussiste nella Sinistra Arcobaleno. Entrambi vanno seguiti con attenzione e non in maniera prevenuta: in questo momento abbiamo bisogno di tutto tranne quel 'mostrare i muscoli' che ormai pare il marchio di fabbrica verbale di questa stagione italiana.
A Cofferati dico che la fase dell'Unione non va rigettata in toto: in molte realtà cittadine e provinciali questa politica delle alleanze ha voluto dire impostare e attuare buoni governi. Come sempre la differenza la fanno le persone e i programmi. Se il PD intende aprire una nuova strada lo deve fare su questo: inequivocabile identità, chiarezza e partecipazione nella scelta dei candidati a tutti i livelli, proposizione di programmi sui quali far convergere senza ambiguità o parole scritte con l'inchiostro simpatico gli alleati. Escludere aprioristicamente i possibili compagni di viaggio non credo sia nell'anima e nel quadro valoriale del Partito Democratico. Certo, c'è bisogno di trasparenza e decisione; ma queste non sono sinonimi di ultimatum o format rigidi. Tanto più che, ribadisco, ogni territorio ha specificità differenti e dunque compito prioritario del PD è leggere e interpretare queste caratteristiche in modo tale da farne una forza centripeta e non centrifuga. Altro non aggiungo se non che, mi auguro, il dibattito rimanga incardinato su toni e argomenti in sintonia con la sua importanza."