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Gabbiano Reale (Larus michahellis)

Dettagli

Come gestire le colonie nei centri urbani  
Data:

1 Febbraio 2023

Data finale:

1 Febbraio 2023

Image
gabbiano reale
gabbiano reale

Descrizione

 

E' un gabbiano di grosse dimensioni con una lunghezza che può arrivare a sfiorare i 60 cm e un'apertura alare che varia tra i 110 e i 140 cm, è una specie protetta dalla Legge 157/92, ed è tra le specie più adattabili, infatti, sempre più spesso, questi esemplari di gabbiani colonizzano i centri urbani, nidificando sui tetti e creando alcuni problemi di convivenza con i cittadini come l'imbrattamento di tetti, edifici, monumenti; disturbo e rumore, anche nelle ore notturne, ostilità nei confronti degli intrusi e interazioni presso le discariche dei rifiuti urbani. 

 

Immagine rimossa.

 

 

 

Mangia di tutto e questo gli consente di adattarsi facilmente in ambienti lontani dalle coste da cui proviene. Oltre che di pesce e altri organismi marini e di scarti di pescato, si nutre di rifiuti, uova e nidiacei di altri uccelli, animali morti, ed è anche in grado di predare altri animali, compresi individui adulti di colombo di città e di rondone. Con gli uomini non è aggressivo a meno che non senta minacciata la sua prole.

L'unico modo per evitare la loro presenza continuativa è attuare una serie di azioni preventive di dissuasione prima che i gabbiani abbiano costruito il loro nido. Il periodo di nidificazione va orientativamente da aprile a luglio. In particolare, se si è già avuta la la presenza di gabbiani sul proprio tetto negli anni precedenti e non si desidera che la nidificazione avvenga di nuovo, è necessario intervenire per tempo provvedendo alla rimozione dei nidi prima che inizi la nuova stagione riproduttiva e, all’applicazione sul tetto di dispositivi per evitare il ripetersi della nidificazione. E' inoltre importante la frequentazione, se possibile, delle aree (tetti, terrazze, balconi, davanzali, ciminiere, camini) in cui i gabbiani hanno già nidificato nel passato o che sono frequentate dalla specie.

Il nido può essere rimosso solo se non sono già presenti le uova o i piccoli. La distruzione intenzionale del nido con l'uovo è vietata dalla L. 157/92 art. 21.

Essenzialmente gli ambiti di intervento sono due:

Limitare luoghi di nidificazione e sosta sugli edifici

- impedendo l'accesso su tetti, terrazze o altre strutture stendendo delle "reti antintrusione" in plastica o metallo o più semplicemente un sistema formato da fili tesi, collocati parallelamente ad una distanza compresa tra 1,50 – e 2 m. I fili devono essere robusti (un diametro di almeno 3 mm), di un materiale resistente alla luce solare e alla corrosione, come l’acciaio inox, o alcune materie plastiche, tale metodo agisce sulla impossibilità meccanica degli animali di attraversarlo con le ali e genera insicurezza nella coppia che deve accedere e lasciare il sito di nidificazione frequentemente. e. E’ un metodo incruento e, soprattutto, non genera “assuefazione” nel corso del tempo: gli animali, cioè, non si abituano alla sua presenza e non rimuovono quindi il senso di insicurezza;

- installando "dissuasori d'appoggio" meccanici (puntali, filo ombrello, cuneo inclinato 45°-60°) sulle superfici lineari (filo di gronda dei tetti, cornicioni, comignoli, ecc.);

- esistono inoltre anche deterrenti ottici (nastri colorati, bandiere riflettenti, effige di rapaci, ecc.) e acustici (petardi, richiami di allarme). Il limite di questi sistemi è l'assuefazione, che si può sviluppare nei gabbiani anche in tempi rapidi.

Limitare le forniture di cibo

In ambito strettamente urbano, è opportuno ridurre le occasioni di approvvigionamento. Vanno quindi sensibilizzati quegli esercizi commerciali, pescherie, negozi di frutta e verdura, macellerie, ristorazione di varia natura, ad evitare dispersione sul territorio degli scarti della loro attività. Oltre all’impegno dei singoli esercenti ci deve essere anche quello delle Amministrazioni comunali che devono essere sollecite nella pulizia delle aree.

Di più difficile attuazione invece il controllo della distribuzione spontanea di cibo da parte di alcuni cittadini.

Licenza di distribuzione

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Ultimo aggiornamento:

03/03/2023, 10:53