Rimini Capitale italiana della Cultura 2026: la presentazione del percorso agli amministratori della Provincia

Il Sindaco Jamil Sadegholvaad “Questa è la candidatura di un sistema territoriale che va oltre i suoi confini amministrativi. E' anche il simbolo della Romagna che non si arrende”.

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Prosegue a passo spedito il percorso di Rimini a Capitale italiana della Cultura 2026, che questa mattina è stato presentato dal sindaco Jamil Sadegholvaad agli amministratori della Provincia un incontro convocato Sala Marvelli di via Dario Campana. Un ulteriore momento di confronto e dialogo su questa stimolante sfida che Rimini ha voluto abbracciare e che da qui ai prossimi mesi, sarà oggetto di un grande lavoro di squadra che coinvolgerà l’intero territorio e le sue tante componenti.

“Questa è la candidatura di un sistema territoriale più largo e più lungo dei suoi confini amministrativi - ha detto in apertura il Sindaco Jamil Sadegholvaad - È evidente quale sia la potenzialità complessiva nel caso in cui la scelta della commissione giudicatrice cadesse su noi: sono potenzialità immediate e a medio e lungo raggio. È giunto il momento, dopo tanti investimenti comuni, che il mondo conosca Fellini e il teatro Mariani di Sant'Agata Feltria, le spiagge di Riccione e Montegridolfo, le rocche malatestiane e l'apporto al cambiamento della musica e del costume internazionale che diedero le discoteche della costa a partire dagli anni Ottanta, il dialetto di Tonino Guerra e l'Isola delle Rose. La candidatura di Rimini a Capitale della Cultura 2026 è sì un traguardo, ma ancora di più vuole rappresentare il punto di partenza per consolidare la consapevolezza che apparteniamo a uno stesso piccolo lembo di territorio e a un destino comune. La nostra fortuna è data dal contributo di tutte le popolazioni e dalla relazione dinamica, quotidiana, fitta con la Romagna. Questa candidatura rappresenta anche l'immagine della Romagna che non si arrende, che non attende fatalista ma pone a se stessa e agli altri la forza di un obiettivo straordinario e difficile”.

L’obiettivo quindi è quello di delineare in maniera sinergica un vero e proprio percorso di crescita culturale di medio e lungo periodo che abbracci l’intero territorio. ”L’obiettivo è quello di attivare il protagonismo di tutti i soggetti nella programmazione, anche coloro che appartengono ad altri mondi. A prescindere dal risultato, Capitale della Cultura è un’occasione per dare vita a nuove collaborazioni e alleanze; un esercizio di pensiero più alto intorno al futuro che si vuole dare a Rimini”, hanno detto durante l’incontro le direttrici artistiche del progetto di candidatura, Francesca Bertoglio e Cristina Carlini. “Entrambe non siamo riminesi e questo ci permette di contribuire offrendo uno sguardo esterno, per uscire da certi cortocircuiti e tradurre gli stimoli che provengono dalla comunità in forme inedite. Abbiamo già cominciato un dialogo fitto con la città, che nei prossimi giorni andremo ad accelerare ancora di più”.  A inizio luglio saranno calendarizzate tre giornate di full immersion di confronto e discussione con le realtà territoriali attraverso sessioni plenarie.

Paolo Verri, consulente di supporto per l’elaborazione del dossier di candidatura, ha inoltre ricordato quanto tutto il lavoro di candidatura sia incardinato sulle linee già individuate nell’ambito del Piano Strategico. “Sarà un ulteriore addendum di un ampio percorso”, ha precisato Verri, aggiungendo quanto questo sarà fondamentale per attrarre nel territorio nuovi talenti, nuovi investitori e, con loro, "nuovi cittadini temporanei, persone che abbiano voglia di stare a Rimini e che vi tornino ciclicamente, perché qui si sentono a casa. Questa non è una candidatura turistica, ma un progetto per qualificare la proposta culturale della città a favore di chi questi luoghi li vive e per prepararci alle sfide del futuro”.  

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Ultimo aggiornamento

20/06/2023, 14:43