Rigenerazione urbana: le sfide e le prospettive di Rimini al 2050

La dichiarazione di Roberta Frisoni, assessora alla pianificazione del territorio, su investimenti, progetti e coinvolgimento pubblico e privato per un futuro urbano sostenibile e resiliente.

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La sfida e le opportunità delle città, con un orizzonte proiettato al 2050, è nella rigenerazione urbana. Lo sottolinea, dati alla mano, il Sole 24 ore, con un approfondimento che trae spunto dall’analisi condotta dall’istituto di studi e ricerche Scenari Immobiliari e che si concentra in particolare sulle grandi città, sottolineandone potenzialità sia in temine di riqualificazione sia di valore economico che questa può generare. Che il futuro passi dalla rigenerazione del patrimonio che abbiamo in dote è tema che Rimini ha fatto proprio già da anni, abbracciando un percorso di forte trasformazione trainato da investimenti pubblici dove la valorizzazione della bellezza e della funzionalità degli spazi urbani si sposa con scelte che privilegiano la sostenibilità, la naturalizzazione, la resilienza ai cambiamenti climatici. Il Parco del Mare in questo senso è un caso scuola. Una scelta di campo che ci colloca anche tra le prime 20 città (18esima) più virtuose per l’uso efficiente del suolo, come attestato dall’ultima edizione del rapporto ecosistema urbano, aspetto questo forse impensabile fino a pochi anni fa. I risultati ottenuti sono da sprone, anche in tempi complessi come quelli attuali, per continuare a percorrere la strada della rigenerazione urbana aprendoci alle nuove sfide che ci attendono nell’immediato futuro. Sfide nelle quali la componente pubblica deve e vuole essere parte attiva, ma non solo e unico motore propulsivo. 

Nel nostro territorio, sono tre le aree che per dimensioni, posizione e caratteristiche di contesto rappresentano un alto potenziale sul fronte di ampi progetti di rigenerazione urbana. Tre grandi partite  che ci attendono a stretto giro e che rispondono a quella esigenza di elevare la qualità urbana in interi comparti della città rispondendo al contempo a bisogni della comunità. Il primo è il progetto che interessa l’ex Mercato ortofrutticolo (MOI), lungo la via Emilia per il quale l’Amministrazione ha già presentato richiesta di finanziamento al Ministero delle Infrastrutture per 15 milioni di euro: stiamo parlando non solo di un nuovo complesso di edilizia residenziale pubblica, ma di un intervento che deve stimolare ed essere volano di un masterplan più complessivo di quel quadrante nord della città, sfruttando anche le opportunità d’arrivo tra pochi anni anche del servizio Metromare tramite la prosecuzione dalla stazione ferroviaria alla fiera. Il secondo grande ambito urbano è quello che comprende l’ex Caserma Giulio Cesare, la ex nuova questura e lo stadio comunale, un quadrante strategico per posizionamento, dimensioni e funzioni auspicate e richieste. Ad oggi possiamo contare sull’importante investimento dell’Agenzia del Demanio, che a breve lancerà il concorso per la progettazione di quella che sarà la nuova cittadella della sicurezza nel sedime dell’ex Caserma in via di dismissione. Terzo ambito, altrettanto rilevante, è quello che comprende la zona della stazione ferroviaria, una delle principali porte di accesso alla città e soprattutto cerniera tra il centro storico e il mare. Su ognuna di queste sfide, questa amministrazione comunale procederà con una pianificazione d’insieme e partecipata, con uno sguardo che vada al di là del singolo edificio o della singola aerea, ma tenga assieme quadranti urbani più larghi, capaci di svilupparsi in sinergia e in armonia con il resto di Rimini. 

A questi tre se ne aggiunge un quarto, che prevede interventi più diffusi e trasversali e che riguarda la rigenerazione della fascia turistica, con progettualità che accompagnino la crescita del nostro comparto economico più importante.  

Se questi sono gli ambiti che per dimensioni e valore di investimento possiamo definire di ‘macro rigenerazione’, ce ne sono molteplici di ‘micro rigenerazione’, quindi di minore entità che interessano aree più circoscritte o singoli edifici, ma non meno decisivi in termini di trasformazione della città. Così come sono diverse le aree diffuse sul territorio identificabili attraverso gli strumenti urbanistici comunali potenzialmente interessanti, da cui potrebbero nascere interventi in grado di migliorare contesti oggi degradati o immobili dismessi. E’ evidente però come le grandi partite legate alla rigenerazione urbana, e lo insegnano Milano, Roma, Firenze, non possano né debbano vedere il soggetto pubblico come unico o esclusivo player in campo. Il pubblico deve certamente accompagnare al meglio queste sfide, usando tutte le leve possibili, da quelle urbanistiche a quelle fiscali, con un lavoro necessariamente coordinato tra i diversi livelli di governo in gioco (governo, regioni, comuni). Si tratta però di sfide che senza il protagonismo soprattutto economico ma non solo, della componente privata, hanno pochissime possibilità di essere risolte e portate a casa.  

A Rimini non potrà che essere altrettanto, auspicando che imprenditori o gruppi - locali e non - possano cogliere queste sfide, tenendo conto dell'altissima attrattività della nostra città e la sua peculiare visibilità non solo in ambito italiano ma internazionale

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Ultimo aggiornamento

13/11/2023, 13:55