Vanità, abbigliamento e potere nell’età medievale: lusso e consenso al centro del nuovo incontro del Festival del mondo antico

Giardino del Lapidario del Museo della Città, venerdì 15 luglio ore 21.30.

Data di pubblicazione

Torna a raccontare di temi medievali riferiti al consenso nella produzione e consumo di beni voluttuari Maria Giuseppina Muzzarelli, venerdì 15 luglio, alle ore 21,30 nel Giardino del Lapidario del Museo della Città per il quarto incontro in calendario del Festival del Mondo Antico.

Vanità, abiti, accessori, status symbol e potere vanno a braccetto da sempre. La conversazione sarà incentrata sul mantenimento del consenso e l’uso strategico dell’abbigliamento, ma anche sulla diversificazione del guardaroba tra le varie classi sociali.

Soprattutto si parlerà dei lussi e del loro contenimento con l’emanazione di leggi mirate al fine di regolarne gli eccessi in età medievale. Non si esitò a legiferare perfino circa il numero e il peso dei bottoni. Le norme non si limitavano a proibire o limitare l’uso di materiali particolarmente preziosi. Si trattava tanto di porre un argine a spese eccessive o ad ostentazioni smodate, sia contenere consumi inappropriati non consoni alla posizione sociale occupata. Il rischio temuto era la confusione sociale, l’indistinguibilità, vale a dire qualsiasi attentato alla gerarchia e alle posizioni sociali. Praticamente gli statuti cittadini emanati in tutte le città grandi o piccole d’Italia stabilivano chi poteva mettersi e cosa.

La diffusione del fenomeno fu globale per l’Europa del tempo, praticamente in tutte le città grandi e piccole d’Italia ma anche di Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Portogallo e così via. I legislatori non si occuparono solo di abiti, gioielli o pellicce ma anche di cerimonie e di banchetti e di funerali il cui fasto doveva, a seconda, essere contenuto. Anche le feste per il cavalierato e ovviamente i matrimoni erano disciplinati circa il numero degli invitati e i doni che si potevano fare. Le città comunali che normarono ogni aspetto o quasi della vita dei “concives” vollero valersi anche di strumenti per la regolamentazione dei consumi, in qualche modo per premiare o marginalizzare, in altre parole per governare. Un esempio? la normativa emanata a Bologna nel 1401: non si potevano portare gemme e pietre preziose; sul capo erano concesse al massimo tre once d’argento o d’oro misto o meno con seta o altro materiale non proibito.  

Maria Giuseppina Muzzarelli insegna Storia medievale, Storia delle città e Storia e patrimonio culturale della moda nell’Università di Bologna.

ANTICO/PRESENTE. FESTIVAL MONDO ANTICO 

venerdì 15 luglio, ore 21.30
Lapidario Museo della Città
 

Maria Giuseppina Muzzarelli 

Come limitare i lussi e mantenere consenso. Una testimonianza dal Medioevo. Introduce Antonella Sambri 

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti 

Sito: antico.comune.rimini.it
Mail: festival.antico@comune.rimini.it

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:19