Rafforzare la rete assistenziale verso i pazienti più fragili e la vocazione pubblica della sanità

 Martedì 17 ottobre, il convegno "Promuovere l’Equità in Salute".

Data di pubblicazione

L’Assessore alle Politiche per la Salute, Kristian Gianfreda e il Direttore del Distretto di Rimini, Mirco Tamagnini: “Una sanità più equa e vicina”.

Far sì che tutti abbiano pari opportunità di accesso alle prestazioni sociosanitarie, valorizzando le funzioni della sanità pubblica, quale perno imprescindibile per un’assistenza egualitaria e universale.   

È questo il cuore del nuovo ‘Piano Distrettuale di Contrasto alle Diseguaglianze di Salute’ messo a punto dal Distretto di Rimini al fine di, come suggerisce il titolo, mettere la centro le risorse di comunità per ridurre le diseguaglianze di opportunità, favorire lo sviluppo dell’organizzazione istituzionale in chiave di Primary Health Care, rendere efficace la gestione a domicilio delle persone affette da malattie croniche e incidere sui determinanti sociali di salute mediante azioni di prevenzione e promozione.  

Lo scopo ultimo è di evitare il riflettersi delle diseguaglianze economiche e sociali anche nella sfera sanitaria, in linea con quanto dettato dall’articolo 32 della Costituzione italiana secondo il quale “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. 

Un ampio progetto - frutto di un lavoro sinergico tra il Comune di Rimini, l’Azienda USL della Romagna - Distretto di Rimini, l'Unione Valmarecchia, il Comune di Bellaria Igea Marina e l’Università di Bologna - destinato a dare attuazione al potenziamento dell'assistenza territoriale da qui ai prossimi anni con la messa a sistema di una varietà di servizi integrati.

Il programma, tra le varie cose, prevede l’effettuazione di uno studio di fattibilità focalizzato su un incrocio di dati sanitari, sociali e demografici per la definizione di un sistema di monitoraggio e sorveglianza processuale delle diseguaglianze in salute capace di fungere da strumento di valutazione d’impatto delle future politiche, nonché la stesura - mediante il coinvolgimento delle sedi locali dell’Alma Mater Studiorum - di un’apposita convenzione volta a realizzare percorsi formativi a supporto della riorganizzazione.

Il tutto è finalizzato a potenziare e rafforzare la rete di assistenza e la capacità di presa in carico dei pazienti attraverso nuovi presidi di prossimità che mirano a offrire una risposta completa e individualizzata, grazie alla presenza di una equipe multidisciplinare di professionisti.

Un processo virtuoso che punta a capillarizzare i luoghi della cura in chiave diffusa che, oltre alle Case di Comunità, si compone di Centrali Operative Territoriali (COT) che fungono da raccordo tra i servizi e i professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere. Nel Distretto di Rimini Nord ce ne saranno due: uno a Rimini e uno a Novafeltria per agevolare gli accessi in base alla propria abitazione.

Tutte le misure del Piano saranno oggetto del convegno promosso dal Distretto di Rimini ‘Promuovere l’Equità in Salute’ in programma martedì 17 ottobre, dalle ore 9 alle ore 14, presso la Sala Caravaggio dell’Ausl Romagna (Strada Consolare Rimini – San Marino n. 76).

“Povertà materiale e povertà di reti di aiuto, disoccupazione, lavoro poco qualificato, basso titolo di studio: sono tutti fattori, spesso correlati tra loro, che minacciano la salute degli individui – spiega l’Assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda -. Numerosi studi pubblicati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che in tutta Europa i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più e a morire prima. Mano a mano che si risale lungo la scala sociale questi stessi indicatori di salute migliorano secondo quello che viene chiamata la legge del gradiente sociale”.

Un recente report spiega come “tra gli uomini in Italia negli anni Duemila si osservano più di cinque anni di differenza nella speranza di vita che tra chi ha continuato a fare l’operaio non qualificato per tutta la sua vita lavorativa rispetto a chi è diventato dirigente, con aspettative di vita crescenti salendo lungo la scala sociale. Chi ha un diploma ha un rischio di morire maggiore del 16% rispetto ad un laureato, chi la licenzia media del 46%, chi quella elementare del 78%”.

“Per questo – aggiunge l’Assessore Gianfreda – come territorio di Rimini, grazie a un costante e minuzioso lavoro di squadra che ci permette di miscelare competenze e professionalità, siamo al lavoro per un nuovo modello sanitario imperniato sulla prossimità, territorialità e sulla promozione di stili di vita sani. Dalle Case di Comunità al progetto degli OSS di Quartiere, passando per i CAU e il potenziamento dell’assetto assistenziale e dei servizi a domicilio: sono tutti driver di una nuova prospettiva che fa della sanità pubblica la sua bussola e che ambisce a trovare un antidoto contro alcuni problemi strutturali che affliggono il mondo sanitario, quali la carenza di personale medico infermieristico, le liste d’attesa e il sovraffollamento dei Pronto Soccorso. Tutte criticità che si ripercuotono soprattutto sulle persone economicamente in difficoltà. Serve un cambio organizzativo coraggioso e noi, da Rimini, in un momento così complesso per l’universo della sanità pubblica, lanciamo un segnale politico chiaro, che fa della vocazione universalistica e territoriale le sue cifre, partendo dai pazienti fragili e cronici”.

“Il Piano di Contrasto alle Diseguaglianze di Salute rappresenta un pilastro nella riorganizzazione e riprogrammazione del sistema, in un’ottica di prossimità – spiega Mirco Tamagnini, Direttore del Distretto di Rimini -. L’Ospedale di Comunità di Santarcangelo, il primo della Provincia di Rimini, è un esempio di questo nuovo modello sanitario ‘vicino a casa’, attento alle nuove esigenze della cittadinanza e a disposizione della medicina generale. Alla luce di un progressivo invecchiamento della popolazione, lavoriamo in chiave preventiva e disponendo sul territorio presidi diversificati. Questo lavoro, ci tengo a ricordarlo, è possibile grazie al contributo di diversi professionisti della sanità (medici di medicina generale, pediatri, infermieri, oss, educatori, assistenti sociali ecc) e al dinamismo delle associazioni e di tutta la rete del privato sociale del territorio”.

Per partecipare al convegno da remoto, è possibile collegarsi al seguente link Zoom 

Convegno ‘Promuovere l’Equità in Salute’ 10/2023

 

 

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Ultimo aggiornamento

17/10/2023, 14:15