L’esperienza di Rimini in campo di salvaguardia idraulica e investimenti per la lotta ai cambiamenti climatici premiata a Milano nell’ambito de “Il Verde e il Blu Festival”

Lavorare sui temi della resilienza e della lotta ai cambiamenti climatici.

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Il “caso” Rimini e le scelte compiute in campo della sostenibilità ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici hanno trovato spazio nell’ambito de “Il Verde e il Blu Festival- Buone idee per il futuro del pianeta”, importante rassegna in corso a Milano promossa dalla società di consulenza internazionale Bip e che propone incontri, working group, testimonianze intrecciando due aspetti cruciali per lo sviluppo della società: il verde della sostenibilità e il blu dell’innovazione digitale. Nella serata di ieri, in occasione della cerimonia di anteprima del Festival, la città di Rimini ha ricevuto un particolare riconoscimento per gli investimenti infrastrutturali e per le scelte compiute rispetto alla salvaguardia idraulica e lotta ai cambiamenti climatici, partendo da quanto si è verificato nella recente alluvione del maggio scorso che ha colpito la Romagna.  

“Il Comune - si legge nelle motivazioni - si è distinto in questo e nel precedente mandato per aver saputo prevenire, attuando piani di difesa del territorio, il dissesto idrogeologico e per aver saputo reagire, intercettando e coordinando al meglio le risorse in aiuto”. “Il Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzato (Psbo), il nuovo lungomare rialzato, le opere pubbliche e idrauliche realizzate e in corso sono sistemi all'avanguardia, sono frutto di una visione che ha saputo anticipare i cambiamenti climatici e che ha dimostrato di servire a tutelare efficacemente il territorio”. 

Ed è ricordando “le popolazioni, i territori e le imprese della Romagna che ancora sono in trincea per i danni causati dall’alluvione” che si è aperto il saluto dell’assessore alla pianificazione e gestione del territorio del Comune di Rimini Roberta Frisoni, intervenuta per ricevere il riconoscimento in rappresentanza della città. Dopo aver ricordato quelle ore drammatiche di maggio, l’assessore si è focalizzata sul caso Rimini. “La nostra città è stata sicuramente più fortunata rispetto alle realtà vicine, ma non è solo questo: Rimini ha potuto arginare la furia dell’acqua grazie anche una serie di ragioni che hanno radici nel passato e che arrivano fino a scelte molto recenti”.

La prima azione fu la costruzione, tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, del deviatore del fiume Marecchia, che prima di allora sfociava sotto il ponte di Tiberio allagando la città in caso di esondazioni, preservando l’alveo originario diventato un parco che funge da vasca di laminazione naturale. “Scelte lungimiranti – ha aggiunto Frisoni –hanno sempre preservato questo spazio da speculazioni urbanistiche”. Passando al passato più recente, “negli ultimi anni la nostra città ha portato avanti e sta portando avanti tuttora un imponente programma di investimenti sul sistema idrico fognario attraverso il Piano di salvaguardia della balneazione che ci sta consentendo da una parte di tutelare la qualità delle acque del nostro mare e dall’altro ci permette di potenziare la sicurezza idraulica in tutta la città”. L’esempio è piazzale Kennedy, uno degli interventi simbolo del piano: il 17 e il 18 maggio, i giorni della terribile alluvione, “la vasca di laminazione e quella di prima pioggia presenti sotto il belvedere hanno consentito di accumulare 39 mila metri cubi di acqua. Le condotte a mare inoltre hanno spinto circa 18 metri cubi al secondo a 1 km di distanza. Azioni che hanno di fatto contribuito ad evitare l’allagamento della zona di Marina Centro, storicamente soggetta a inondazioni”.

“Rimini oggi continua a lavorare sui temi della resilienza e della lotta ai cambiamenti climatici attraverso investimenti infrastrutturali e di riqualificazione urbana che poggiano sulla sostenibilità e sull’ambiente – ha concluso Frisoni -  Dobbiamo però tenere a mente che non ci può essere resilienza senza lungimiranza. Lungimirante è stato chi ha deviato la foce dei fiume Marecchia e ne ha preservato l’alveo. Lungimiranti devono essere la politica, gli amministratori, le imprese nell’affrontare  le sfide ambientali epocali che abbiamo davanti, forti anche delle maggiori capacità di previsione e di azione che la tecnologia oggi ci mette a disposizione rispetto al passato. Abbiamo più mezzi e possibilità, ma il coraggio delle scelte spetta sempre a noi”.

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Ultimo aggiornamento

19/10/2023, 14:40