La Rimini di Fellini lascia il segno a Cannes

Viene presentata durante il Festival del Cinema la riedizione del famoso volume, ormai da anni esaurito, scritto dal Maestro in onore della sua città natale
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Viene presentata sabato 17 maggio presso la sede della Fondazione Fellini, l'iniziativa 'Cannes sotto il segno di Fellini'. Alla conferenza stampa partecipano l'Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, Stefano Pivato, l'editore Mario Guaraldi e il Direttore della Fonfazione Fellini, Vittorio Boarini. In questi giorni il Festival di Cannes celebra Federico Fellini in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. La Croisette dichiara apertamente il suo amore per il cinema italiano e per l’arte del Maestro riminese: infatti è “Viva il cinema!” (in italiano) l’esclamazione-sottotitolo all’edizione 2003 del Festival, un augurio che si dispiega nell’Hommage a Fellini. La retrospettiva delle opere, organizzata grazie a Cinecittà Holding e presentata nelle sale del Palais, della città e nel ‘Cinéma de la plage’ (con proiezioni sulla spiaggia), sarà accompagnata da documentari e immagini in cui Federico è il protagonista; e le musiche scritte per Fellini da Nino Rota e Nicola Piovani risuoneranno come continuo sottofondo della kermesse festivaliera. A Cannes furono tributati a Federico grandi onori: nel 1957 con Le notti di Cabiria, Giulietta Masina vinse il premio come miglior attrice; nel 1960 La Dolce Vita fu Palma d’oro per il miglior film; nel 1987, con Intervista, gli fu attribuito il premio speciale in occasione dei quarant’anni del Festival di Cannes. Anche la città di Rimini prende parte attivamente a tale prestigiosa occasione: a Cannes verrà presentata giovedì 22 maggio la riedizione de “LA MIA RIMINI” di Federico Fellini. Un’edizione speciale fuori commercio, pubblicata in soli 250 esemplari numerati, del volume: 120 pagine, 160 illustrazioni a colori e oltre 100 disegni inediti di Fellini, provenienti dalla collezione Renzo Renzi. Questa riedizione commemorativa speciale (con testo inglese e francese a fronte), realizzata dall’editore Guaraldi in collaborazione con il Comune di Rimini e la Fondazione Federico Fellini, precede di qualche mese la pubblicazione dell’opera in forma integrale, che verrà presentata a Rimini il 31 ottobre in occasione dell’anniversario della scomparsa del regista, anniversario che verrà celebrato per il terzo anno consecutivo nel corso del convegno internazionale di studi curato dalla Fondazione Fellini. Un libro prezioso per comprendere ancora più a fondo l’universo felliniano; nel racconto che Fellini fa della “sua Rimini”, si preannuncia infatti già, in nuce, il soggetto di Amarcord che vedrà la luce ufficialmente solo 8 anni più tardi. E le lunghe conversazioni di Renzi con Federico possono configurarsi, più che interviste, quasi una sorta di “scrittura a 4 mani” che sfociava in appunti e notazioni che Renzi affidava a fitti bloc notes che il critico conserva tuttora. Si tratta di una riedizione del volume scritto nel 1964, di un'attualità quasi inquietante. Oggi Renzi, amico di Fellini, ha rilasciato all’editore Guaraldi un’intervista compresa in questo volume, con la quale trentasei anni dopo si completa e si valorizza, in senso storico e filologico, il testo del Maestro. In essa viene alla luce il rapporto complesso e articolato del regista con la terra d’origine, Rimini e la Romagna, le fonti geografiche e mitologiche della sua arte, gli archetipi storici e immaginifici di una narrazione cinematografica che fonde la vita del narratore con la storia del luogo di nascita e con il fantastico comune all’intera umanità. Oltre all’intervista rilasciata da Renzi, il volume anticipa un’altra novità, un saggio di Stefano Pivato che allarga il sottofondo musicale della Rimini felliniana all’universo della canzone. La direttrice principale del cinema di Federico Fellini passa innanzitutto per Rimini. Anche quando il regista abbandona apparentemente le radici provinciali per approdare a ambientazioni cosmopolite non fa altro che rimettere in scena la sua città. Eppure, fino a un certo momento della sua vita, Fellini a Rimini non tornava volentieri. Forse perché nutriva, nei confronti della città natale, “il complesso del traditore”. Forse perché temeva sovranamente la retorica che un suo ritorno avrebbe provocato. Sia come sia, Fellini a Rimini preferisce ritornare con i film che rappresentano la sua verità, essendo lui, a parole, 'un bugiardo autentico' – per sua esplicita ammissione. Nel ’53, dunque, Fellini ritorna a Rimini con I Vitelloni. Atmosfere riminesi e provinciali si ritrovano altresì nei film La strada e Il bidone. Rimini approda pure nella via Veneto de La Dolce vita; sotto le sembianze del padre del protagonista che viene, dalla provincia, a trovare il figlio. Non basta: una memorabile sequenza dell’infanzia di Federico è iscritta in 8½ e allusioni alla città natale sbucano in Giulietta degli spiriti. A metà degli anni sessanta prende corpo il progetto di Renzo Renzi: quello di realizzare un libro sulla Rimini di Fellini costruito attorno a un racconto del regista stesso. Renzi, critico assai fine e intelligente (e in linea paterna riminese), concepisce l’operazione anche come una rimpatriata. Intende chiamare, accanto a Federico, intellettuali riminesi. Nasce così La mia Rimini: il punto di partenza su cui crescerà (anticipato da I Clowns e Roma) la sceneggiatura di Amarcord. Amarcord infatti – salvo alcuni futuri poderosi innesti operati da Tonino Guerra – è tutto lì. Nel racconto o confessione autobiografica di Fellini: Il mio paese. Un racconto bellissimo, che sarà anche lo spunto di tutta la narrativa felliniana che seguirà. Oltre a Il Mio paese, dove Fellini racconta del suo rapporto con Rimini, con la sua nota capacità affabulatoria, nel libro compaiono racconti, saggi e immagini nonché una scelta di brani antologici aventi per oggetto la città: da D’annunzio a Goldoni, da Panzini a Kipling. Si parte, così, dal saggio di Renzi sugli “antenati” di Fellini per un viaggio insieme a Zavoli (i frequentatori della “palata”, tra Fellini e Buzzati), Nozzoli (l’estate dei “birri”), Faenza (ministoria di Rimini) e ancora Fabi, Matteini, Pasini, Zuffa, Caminiti. Non potevano mancare le fotografie dell’“occhio” cittadino per eccellenza: Davide Minghini. Renzo Renzi, infine, ha montato due fotoracconti sulla “città dell’inverno” e la “città dell’estate”. La mia Rimini fu pubblicato nel 1967 da Cappelli, ed è da tempo esaurito. Nel 1987 ne fu realizzata un’edizione ridotta: foto di Gianni Sandoni, testo di Fellini. Dunque da tempo si pone il problema e la necessità di ripubblicare un libro fondamentale per capire il binomio inscindibile Rimini-Fellini. Si pone anche, venticinque anni, dopo, l’esigenza di un aggiornamento. La riedizione del volume curato da Renzi si inserisce in Rimini 2003, il progetto ideato dal Comune di Rimini per celebrare due significativi anniversari che si consumano nell'anno in corso: il 10° della scomparsa di Fellini e il 160° della fondazione dello Stabilimento Bagni (1843). Due particolari momenti che costituiscono occasione per andare oltre il puro evento, riflettendo invece su uno degli aspetti più inesplorati e misteriosi della realtà riminese: quello della sua identità. In Rimini 2003 (a cui collaborano Regione Emilia-Romagna, Provincia di Rimini, Fondazione Federico Fellini, Cassa di Risparmio di Rimini) celebrare Fellini e la nascita del turismo balneare significa allestire un calendario di avvenimenti cinematografici e non, eventi, occasioni di comunicazione che abbia la legittima ambizione di essere punto di riferimento nazionale per un anno intero ma la cui permanenza in città, nel contempo, sia garantita oltre le celebrazioni, e non dispersa in una -pur prestigiosa- 'toccata e fuga'. A Cannes, l’impegno dei soggetti e delle istituzioni coinvolti nelle celebrazioni felliniane daranno vita anche ad una serie di appuntamenti conviviali in onore del Maestro, che vedranno come “ingredienti” i prodotti tipici regionali della realtà emiliano-romagnola di qualità.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:19