Il Distretto di Rimini mette in campo un progetto per la co-abitazione delle persone che soffrono del disturbo dello spettro autistico

Migliorare la propria autonomia personale e di gestione delle attività quotidiane.

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Delle vere e proprie palestre di autonomia, dove le persone che soffrono di disturbo dello spettro autistico si allenano alla vita indipendente attraverso lo svolgimento della attività quotidiane che vanno dalla preparazione dei pasti alla pulizia, dall’utilizzo dei mezzi di trasporto alla gestione del proprio denaro.  

È questa la funzione delle residenze - dislocate tra viale Valturio, via Montechiaro e gli spazi adiacenti alla canonica di San Vito in via Emilia Vecchia - messe a disposizione degli utenti allo scopo di far sviluppare loro una maggiore autonomia personale, una maggiore autonomia sociale e nelle relazioni interpersonali, una maggiore autonomia domestica nella gestione dei compiti a casa.  

 

L’amministrazione comunale, in qualità di ente capofila del Distretto di Rimini, di recente, ha approvato l’affidamento della gestione delle attività progettuali all’Associazione Sergio Zavatta Onlus che opererà in partnership con la Fondazione San Giuseppe per l’aiuto materno e infantile, Il Millepiedi e la fondazione Enaip Rimini.  

Per il progetto, denominato ‘Intervento per lo sviluppo della Autonomie nelle Competenze dell’Abitare’, verrà erogato per l’esattezza un contributo pari a 111.764 euro da parte dell’Azienda USL della Romagna in quanto soggetto gestore delle risorse del Fondo Autismo.  

 

I tre macro aspetti su cui ruotano l’esperienza laboratoriale e di co-abitazione vertono principalmente intorno al tema dell’orientamento (capacità di muoversi in strada, riconoscere i semafori, utilizzare i mezzi pubblici di trasporto), sulla gestione delle finanze (riconoscere il valore dei soldi per poter gestire al meglio i propri bilanci, pagare le bollette e fare gli acquisti), sul vivere la casa (conoscere gli ambienti, utilizzare gli elettrodomestici, saper riporre le cose negli spazi adeguati, saper preparare un caffè, un piatto di pasta, saper apparecchiare, sapersi preparare il letto e ripulire gli spazi).  

 

Contestualmente a queste skill di carattere più pratico, gli educatori si occuperanno di promuovere le attività di gruppo, quali chiavi per facilitare l’interazione sociale tra i partecipanti e migliorare le loro capacità comunicative, favorire il rispetto reciproco dei conviventi e, non da ultimo, aiutarli a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, favorendo così un ambiente conviviale.  

 

Al termine dei laboratori, ogni gruppo potrà svolgere 3 giorni e 2 notti o 4 giorni e 3 notti presso le varie soluzioni abitative individuate. 

 

“Un progetto innovativo, di full immersion delle persone con autismo in un percorso di condivisione degli spazi domestici che mira ad accrescere la loro autonomia su più vettori, da quella emozione e di interazione a quella sociale e personale, grazie anche al supporto e all’affiancamento di un team di educatori professionisti - è il commento di Kristian Ginfreda, Assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini -. Ci piace intendere queste case come delle palestre di indipendenza, di crescita, finalizzate a trattare con un approccio attivo e dinamico l’autismo attraverso un’azione combinata di strategie personalizzate, formazione pratica e attività di gruppo che possano mettere i partecipanti nelle condizioni di poter esprimere le proprie potenzialità. L’obiettivo finale è quello di migliorare la qualità di vita delle persone con autismo e delle loro famiglie, consentendo loro di acquisire quelle competenze e conoscenze utili per le attività della quotidianità e le relazioni con gli altri, nonché per una maggiore cura del sé. Quello che vuole ogni persona portatrice di disabilità è l’indipendenza, come stiamo ribadendo anche all’Expo AID.

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Ultimo aggiornamento

23/09/2023, 12:17