Prosegue l'attività di controllo da parte delle Polizia Locale di Rimini per le violazioni alla Legge regionale n. 16 del 2004 che disciplina “le strutture ricettive dirette all’ospitalità”.

Data di pubblicazione

Un’attività di prevenzione e controllo che gli agenti stanno portando avanti unitamente al Dipartimento Igiene e Sanità Pubblica dell'Ausl Romagna di Rimini, per individuare quelle strutture e quegli operatori che, a dispetto della stragrande maggioranza del tessuto ricettivo che rispetta le regole, cercano ‘scorciatoie’ non consentite dalla legge.

I controlli che in maniera diversificata si sono portati a termine in questi giorni, hanno riscontrato un tipo di violazione, contestata a due strutture diverse: una nella zona sud della città e l’altra nella parte nord.  In entrambi i casi si tratta di un atteggiamento furbesco da parte di chi opera, con il quale si prova a ‘risparmiare’ i costi di gestione appoggiandosi, con l’erogazione di alcuni servizi,  a strutture ricettive vicine o confinanti.

E’ il caso ad esempio dell’esito del sopralluogo avvenuto a Miramare, in tre strutture alberghiere,  gestite da una medesima società, in cui, i confini fra una struttura e l’altra, non erano ben definiti. Un'operazione congiunta richiesta dal SUAP e dall'ufficio reclami del comune di Rimini, dove sono continuate a giungere numerose segnalazioni da parte di turisti, in riferimento alle pessime condizioni igienico sanitarie e su diverse carenze nella gestione dell'hotel.  Tutte e tre le strutture ricettive venivano pubblicizzate sui maggiori portali internet per la prenotazione di vacanze a basso costo. Ciascuna di esse aveva la propria  ‘S.C.I.A.’, (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), ma di fatto gli hotel più piccoli risultavano essere delle dipendenze di quello più grande. Il servizio di reception, infatti, veniva effettuato solo nella struttura ‘madre’, lasciando le altre senza alcun tipo di controllo all’ingresso. Quindi sono state riscontrate alcune critiche situazioni igieniche e la trasformazione di locali collocati nel seminterrato e adibiti a deposito o cantina, in vere e proprie camere destinate alla ricettività. In alcuni casi il cambio di destinazione risultava talmente precario da rendere perfino pericoloso l'accesso alla stanza. Ai responsabili sono state contestate diverse violazioni amministrative per un importo pari a € 4.500,00 .

Una simile irregolarità è stata riscontrata anche dal controllo avvenuto in un altro Hotel a Viserba, dove, a seguito di varie segnalazioni, è stata controllata una struttura ricettiva a 3 stelle, da cui sono emerse  numerose violazioni in merito alla mancanza dei requisiti necessari, sempre in riferimento alla classificazione. Anche in questo caso infatti  la struttura offriva il solo servizio di pernottamento mentre i servizi di bar-ristorante e reception venivano erogati presso l'albergo attiguo,  gestito dalla medesima società. Gli agenti, come per il caso di Miramare, riscontravano una situazione igienico sanitaria carente in quanto la sala ristorante era inaccessibile perché usata interamente come magazzino e deposito di materassi, mobili ed altre oggetti dell’albergo. Pur essendo autorizzata come albergo, la struttura di fatto veniva gestita alla stregua di un residence, con un conseguente risparmio in quanto le tariffe applicate erano quelle di un Hotel.  Alla società responsabile della gestione è stata elevata una violazioni amministrativa per un totale di € 4.100,00.

Tutte le violazioni riscontrate vengono segnalate al SUAP per i provvedimenti di competenza in riferimento alla gestione degli hotel e secondo gli standard previsti dalla legge regionale.

 

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:39