Ufficialmente operativo il centralino del tavolo di coordinamento del terzo settore ‘мир (MIR): Rimini per l'Ucraina’, un punto di riferimento anche per i cittadini che vogliono dare una mano alla comunità ucraina

L’Assessore alla Protezione Sociale Kristian Gianfreda: “Stiamo facendo il massimo per sostenere le famiglie, ma ora serve un aiuto mirato e un’equa distribuzione”.

Data di pubblicazione

Da oggi, lunedì 21 marzo, è ufficialmente operativo il centralino di мир (MIR): Rimini per l'Ucraina, il tavolo di coordinamento del terzo settore finalizzato ad aiutare e stare al fianco della comunità ucraina in questa difficile fase. 

Una realtà nata allo scopo di sostenere e integrare l'impegno del terzo settore, con l’obiettivo di mettere in rete la filiera di assistenza (organizzazioni di volontariato, realtà filantropiche e associazioni di promozione sociale) attraverso un lavoro organizzato e strutturato, in modo tale da rispondere alle necessità e problematiche dei profughi giunti nel territorio riminese.

In tal senso, sarà fondamentale anche il contributo delle cittadine e dei cittadini, che possono collaborare all'iniziativa offrendo svariate forme di aiuto, come ad esempio portare vestiti o generi alimentari oppure rendendosi disponibili a fare da mediatori culturali. 

 

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“Come comunità di Rimini stiamo veramente facendo il massimo per venire incontro alle famiglie, soprattutto donne e bambini, che sono arrivate qui da noi con ancora la disperazione negli occhi – spiega l’Assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini Kristian Gianfreda - A oggi, Rimini è il Comune che, in proporzione al numero di residenti, ha ospitato, dall’inizio del conflitto, il numero di profughi più alto della Regione e forse del Paese. I numeri dei rifugiati nella nostra Provincia sono, per intenderci, in linea con quelli della Provincia di Bologna. E mi riferisco al valore assoluto, non in proporzione ai residenti. Un quadro che parla da solo e da cui si possono evincere in maniera chiara gli sforzi che siamo chiamati a mettere in campo di ora in ora e che stiamo cercando di non far mancare a nessuna famiglia, potendo contare, fortunatamente, su un sistema assistenziale strutturato e un terzo settore locale che da subito ha dato prova, ancora una volta, di una straordinaria sensibilità ed efficacia. Quello che però ci tengo a ribadire è che senza un aiuto mirato da enti sovraordinati, il rischio reale è quello di non poter supportare con la necessaria attenzione e qualità tutte le richieste di soccorso (sacrosante) che stanno arrivando sul territorio riminese. Dinnanzi a un volume così elevato di domande, con le sole forze degli enti locali e della prefettura, rischiamo di aggiungere una crisi a una situazione già di crisi. Il punto della questione riguarda il futuro della comunità ucraina. Se non c’è un’equa distribuzione dei cittadini ucraini tra i territori, i primi a rimetterci sono proprio coloro che per primi dovrebbero ricevere aiuto, sostegno, supporto. Non possiamo permetterlo”. 

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Ultimo aggiornamento

23/03/2024, 00:10